Parco Marturanum a Barbarano Romano ITINERARI / NATURA

Il Parco regionale Marturanum è un’area naturale protetta situata nel Lazio settentrionale, istituita con la Legge Regionale n.41 del 17 luglio 1984. Occupa una superficie di 1.240 ha ricadente nel territorio del comune di Barbarano Romano nella provincia di Viterbo.

TERRITORIO

Il territorio è stato modellato dall’attività vulcanica Vicana, le quali colate ignimbritiche, circa 155.000 anni fa, hanno depositato il tipico ‘tufo rosso a scorie nere’ sul preesistente Flysch.

L’area è pertanto caratterizzata da grandi valloni tufacei, ricoperti di fitta vegetazione, ove scorrono due principali corsi d’acqua: il Fiume Biedano e il Fiume Vesca. A testimonianza del recente vulcanismo, sono altresì presenti sorgenti termali mineralizzate, abbondanti in ferro.

Mappa_Parco_Marturanum

FAUNA

Nelle forre, lungo il corso dei fiumi, sono presenti numerosi mammiferi, tra i quali la volpe, il cinghiale, il tasso, l’istrice, il gatto selvatico, la puzzola europea, la nutria. La presenza d’acqua e la scarsa frequentazione umana consentono la sopravvivenza di numerosi anfibi, tra i quali la rara salamandrina dagli occhiali. Tra i volatili si annoverano: l’usignolo di fiume, il luì piccolo, la ghiandaia marina europea, il martin pescatore comune e la cicogna nera. Nel parco nidificano inoltre diverse specie di rapaci notturni e diurni, fra tutti si citano: il lanario, il biancone, il nibbio reale, lo sparviere comune, il gheppio e il falco pellegrino. Nell’area centro meridionale del parco, caratterizzata da prato pascolo, si incontrano di frequente animali allevati allo stato brado, quali vacche e cavalli di razza maremmana.

FLORA

Il fitto bosco ripariale contraddistingue la base della forra, umida e ombrosa, ove padroneggiano maggiormente l’ontano nero, l’olmo, i pioppi bianchi e neri, diversi tipi di salice, nonché una fitta vegetazione arborea e arbustiva ricca di felci, quali l’equiseto. Traggono vita dai ruscelli alcune specie di elofite, piante parzialmente sommerse, come la canapa d’acqua, il sedano d’acqua, la veronica beccalunga e quella acquatica.

RISORSE STORICO-ARCHEOLOGICHE

Il parco ospita rilevanti testimonianze archeologiche di epoca etrusca risalenti sino al periodo Villanoviano (prima Età del Ferro, IX-prima metà VIII sec. a.C.).

*Età orientalizzante; VIII – VII sec. a.C.

Questa età prende il nome dalla produzione artistica etrusca d’ispirazione orientale, nel parco ne sono un esempio i tumuli funerari circolari, d’ispirazione ceretana, detti ‘della Cuccumella’ , ‘del Caiolo’, ‘del Tesoro’ e ‘Cima’.

*Periodo arcaico; VI – V sec. a. C.

Questo è il periodo di maggior fioritura della civiltà Etrusca, caratterizzato da importanti progressi economici e politici che consentono il diffondersi di maggiore prosperità. A quest’epoca risalgono le tombe a dado e semidado, tra le quali: la Tomba Rosi, la Tomba dei Letti, la Tomba della Regina. Si differenziamo invece, sotto il profilo architettonico, le tombe ‘a portico’ e quelle ‘a palazzina’.

*Età ellenistica; IV sec. a.C.;

Le tensioni sociali tra il ceto servile dei Lautni e quello della classe privilegiata, spinge quest’ultima a ritirasi nell’entroterra. Ne consegue nuova linfa in favore degli abitanti più umili, testimoniata dalla ricchezza di alcuni corredi funerari appartenenti a folti gruppi familiari, tra tutti spicca quello della Tomba del Cervo, caratterizzata dalla grande camera a semi-dado, destinata ad ospitare decine di sarcofagi appartenenti alla stessa famiglia.

*La conquista romana e il medioevo

Con la conquista di Veio avvenuta ad opera dei Romani nel 396 a.C., ha inizio l’inesorabile declino della civiltà etrusca. In cerca di rifugio gli abitanti di questi luoghi si arroccano sull’altura di San Giuliano, ove si possono osservare alte mura difensive in tufo. I Romani dopo la conquista provvedeno all’ampliamento e alla modernizzazione dei sentieri etruschi, in particolare nel parco si trovano i resti della Via Clodia, indispensabile via di collegamento tra Roma e l’Etruria. Il pianoro di San Giuliano seguita ad essere abitato in epoca medievale, sino al XI sec. d.C., quando il sito viene abbandonato in favore dell’odierna Barbarano.

STRUTTURE DEL PARCO

Oltre alle strutture operative (Uffici, Centro Visite e museo naturalistico, in Viale IV Novembre), l’area protetta dispone nel borgo medievale di un Ostello (con cinquanta posti a sedere) e di una Foresteria (con venti posti letto). Informazioni sulla ricettività del Parco possono essere richieste alla Cooperativa sociale I SEMI che le gestisce sotto il nome di Locanda Rupestre.

testi ed immagini tratte da Wikipedia